15/10/2023

Nuova Superficie, Lacune

Installazione sonora

Domus dei Tappeti di Pietra, RAVENNA

Domenica 15 ottobre alle ore 17, all’interno della suggestiva Domus dei Tappeti di Pietra, si terrà l’inaugurazione dell’opera sonora site-specific Lacune di Nuova Superficie, a cura di Alex Montanaro (MAGMA) e realizzato in collaborazione con RavennAntica. Il sito archeologico, tra i più importanti scoperti in Italia negli ultimi decenni, occupa i sotterranei della chiesa tardo barocca di Sant’Eufemia con un prestigioso complesso abitativo databile tra il I e il VI secolo d.C. arricchito da pavimenti in marmo e mosaico dall’alto valore estetico e decorativo. È un ambiente che evoca presenze sonore variamente orientate: il Mosaico della Danza dei Geni delle Quattro Stagioni; il flauto di Pan appeso all’albero raffigurato nel Mosaico del Buon Pastore; ma anche la caratterizzazione dell’ambiente, un sotterraneo che richiama alla mente luoghi iconici della musica per l’appunto “underground”. Il duo d’artisti composto da Giovanni Lami ed Enrico Malatesta produrrà una veste uditiva e immaginifica, che si fonde con le forti caratteristiche simboliche del luogo. Al pubblico sarà presentato un intervento di sonorizzazione multicanale dello spazio, un mosaico sonoro composto da diverse tessere udibili. Questo straordinario intreccio di suoni ambientali offre l’esperienza di un paesaggio immersivo e avvolgente, in perfetta sintonia con l’atmosfera storica e suggestiva di questo luogo intriso di significati. 

L’installazione sonora sarà fruibile fino al 14 gennaio 2024 (fino al 5 novembre, dalle 10 alle 18.30 dal lunedì alla domenica; dal 7 novembre dalle 10 alle 17 dal martedì alla domenica). 

Ingresso: 6 € | 14 (Notte D’Oro, apertura straordinaria fino alle ore 20.30) e 15 ottobre: ridotto 5 €. 

Inaugurazione: domenica 15 ottobre, dalle ore 17 con ingresso gratuito.

NUOVA SUPERFICIE: L’orizzontalità è il moto che identifica l’attitudine al suono presentata dal progetto di Giovanni Lami ed Enrico Malatesta. I suoni si stagliano all’orizzonte delle varie fonti di diffusione, siano esse acustiche o analogiche, in un moto privo di riferimenti narrativi o immaginifici e con l’unica necessità, viscerale, di produrre una massa sonora semplice, apparentemente statica, sebben posta in continuo avanzamento dal lavoro dei musicisti, che a livello di forma e gestualità tendono a utilizzare i propri strumenti per ciò che offrono in superficie, attivando ciò che è già presente per realizzare uno spazio sonico complesso ma in cui l’esperienza di ascolto è lasciata libera di evolvere e vagare. Il suono complessivo, che comprende diffusioni multiple ed eventi fissati, è articolato da eventi sonori puntiformi che si distribuiscono, come cuspidi, sopra un tessuto compatto, molto omogeneo, ma ricchissimo di dettagli e perturbazioni a livello microscopico; questa continua negoziazione ed ambiguità tra il dettaglio che si staglia all’orizzonte e l’orizzonte stesso, l’instabilità che ne deriva nell’insieme e la compenetrazione con l’attività dello spazio performativo è la base poetica su cui i musicisti edificano il proprio intervento, che si colloca indefinitamente tra musica elettro-acustica ed azione site-specific.